Garlasco e "l'ignoto 3": l'ombra del terzo uomo e l'ipotesi della contaminazione sulla garza usata nella bocca di Chiara Poggi

 

Sul tessuto è stato individuato un dna riconducibile all'assistente del medico legale e un altro maschile, finora sconosciuto. La traccia dovrà essere comparata con il profilo genetico di almeno 30 persone: cosa dicono i nuovi esami

Chiara Poggi

C'è un nuovo risultato sugli esami relativi all'ipotesi di un terzo uomo sulla scena del delitto di Garlasco. Nelle ultime ore gli accertamenti scientifici disposti nell'ambito dell'incidente probatorio avevano rilevato un terzo profilo genetico denominato "Ignoto 3" sulla garza usata per prelevare materiale dal palato, dalla lingua e dalle pareti del cavo orale di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del 2007. Un profilo maschile senza identità, non riconducibile né ad Andrea Sempio, nuovo indagato dalla Procura di Pavia, né ad Alberto Stasi, l'allora fidanzato della 26enne condannato in via definitiva per l'omicidio.

Cos'è emerso sul dna di "Ignoto 3"

Gli ultimi esami, però, danno maggior corpo all'ipotesi dell'inquinamento: la presenza di materiale genetico "ignoto" sarebbe cioè riferibile a una contaminazione della garza avvenuta prima del prelievo nella bocca di Chiara da parte di qualcuno che partecipò all'autopsia, e non alla presenza di una terza persona sulla scena dell'omicidio. 

Finora, sulla garza usata in sede di autopsia sono stati fatti cinque prelievi: tre non hanno portato a risultati utili mentre gli altri due hanno rilevato due cromosomi Y (linea maschile). Di questi, uno è compatibile al 99 per cento con Ernesto Gabriele Ferrari, l'assistente del medico legale che eseguì l'autopsia 18 anni fa. Un secondo è in parte sovrapponibile all'assistente e in parte no. Oggi, 15 luglio, la replica dell'esame ha restituito anche nel terzo prelievo una traccia mista di Ferrari e dello stesso materiale genetico ignoto. Si tratta di un campione ancora più esiguo e degradato degli altri due, che avvalora la tesi che la garza fosse già contaminata.

La genetista Denise Albani, scelta dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli, ha chiesto "qualche specifica in più" al medico legale Marco Ballardini. Andrà chiarito infatti come e da chi sia stata maneggiata la garza durante l’autopsia, e prima di tutto, perché sia stato utilizzato quello strumento - forse addirittura un frammento di tessuto non sterile - e non un vero tampone. Bisognerà poi avere l'elenco completo di chi era con lui in sala autoptica e di chi, in quel frangente, abbia avuto a che fare con il corpo senza vita di Chiara Poggi.


 

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