Ancora nessuna azione concreta da parte dell'Unione europea contro il governo di Tel Aviv, nonostante anche la stessa Commissione abbia certificato la violazione del diritto umanitario a Gaza
L'Unione europea continua a non voler sospendere l'accordo di associazione con Israele, nonostante le chiare violazioni del diritto internazionale umanitario da parte dell'esercito di Tel Aviv a Gaza. Una (non) decisione che è stata definita da Amnesty International "uno dei momenti più vergognosi nella storia dell'Ue".
Oggi si è riunito il Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles, che doveva discutere, tra le altre cose, la sospensione parziale dell'accordo con Israele, magari nelle parti riguardanti il commercio, per fare pressione sul governo di Benjamin Netanyahu affinché ponga fine alla violenza degli attacchi nella Striscia, dove sono stati uccisi oltre 58mila palestinesi, e dove la situazione umanitaria è sempre più catastrofica.
"Non punire Israele"
"L'obiettivo non è punire Israele, è migliorare realmente la situazione a Gaza", ha sostenuto l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, al termine della riunione. L'ex premier estone ha rivendicato che la settimana scorsa Bruxelles e Tel Aviv "hanno raggiunto un'intesa per l'espansione degli aiuti umanitari a Gaza", un'intesa che però non sta portando a risultati concreti, come ammesso dalla stessa Commissione europea.
"Le nostre richieste erano molto chiare: numero di camion, punto di ingresso, punti di attraversamento, carburante, ecc. Abbiamo presentato queste proposte, che sono state accettate dalle autorità israeliane. Adesso, cinque giorni dopo, la situazione è che l'accordo è lontano dall'essere pienamente attuato", ha affermato la commissaria per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib.
Dopo che la revisione dell'accordo condotta dall'esecutivo comunitario, ha riconosciuto che ci sono violazioni dell'articolo due dell'accordo si associazione, che prescrive il rispetto del diritto umanitario, "la cosa logica per la Spagna è procedere

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