Chiara Tramontano: "Io e Giulia non ci parlavamo più, avevamo litigato. Impagnatiello? Non chiamatelo essere umano"


La sorella della 29enne uccisa a Senago il 27 maggio 2023 dal compagno: "Se per un attimo mi diverto, penso che è ingiusto verso lei che non c’è più…"

A sinistra, Chiara Tramontano (foto: LaPresse). A destra, Giulia Tramontano incinta del piccolo Thiago in una foto prima del suo femminicidio (Instagram)

"Io e Giulia nell’ultimo mese avevamo litigato", è il rammarico di Chiara Tramontano, sorella della 29enne uccisa a Senago (Milano) il 27 maggio 2023 dal compagno Alessandro Impagnatiello, condannato in primo grado all'ergastolo. Era incinta al settimo mese, in pancia aveva Thiago che non è mai nato. In un'intervista al Corriere della sera, la giovane parla della sua vita dopo il femminicidio, dell'amore per la sorella e dei sensi di colpa per la sua morte. Il 13 maggio è in uscita il libro "Non smetterò mai di cercarti – Ogni parola è un passo verso di te, Giulia" per Cairo editore.

I sensi di colpa

"I sensi di colpa te li porti dietro per sempre. Non c’è niente della mia vita che non mi riporti continuamente lì, a mia sorella uccisa... Se poi per un attimo mi diverto, penso che è ingiusto verso Giulia che non c’è più…", confessa Chiara Tramontano, ricercatrice all’università di Eindhoven dove si occupa di sviluppo di tecnologie per la diagnostica di tumori e malattie neurodegenerative. La giovane spiega come è cambiato tutto da quel giorno, come ora è lei a doversi prendere cura dei propri cari rispetto ai suoi coetanei: "Loro non devono spronare i genitori a uscire per una passeggiata, per una pizza, per lavorare. Loro non devono chiamarli ogni giorno per assicurarsi che siano ancora vivi...". A divorarli sono i sensi di colpa, di non aver fatto abbastanza, di non essersi accorti, di non aver capito: "Mio padre vive di 'se solo' e 'avrei dovuto'. Mamma, che ci ha trasmesso l’amore per la famiglia, pensa che, se non l’avesse fatto, forse, Giulia si sarebbe sfilata in tempo da quella relazione sbagliata".

Per Chiara i sensi di colpa sono legati a un momento specifico, a poco prima del delitto: "Non ci parlavamo da quando mi aveva detto che sarebbe andata a Ibiza con Alessandro. Venivano da un periodo di conflittualità, Giulia si era confidata con me e sapeva che in quella relazione non c’era nulla da salvare. Ma ha accettato quel viaggio per 'ricucire', senza confrontarsi con me. Mi sono arrabbiata e lei mi ha risposto che la vita era sua".

"Impagnatiello? Non chiamatelo essere umano"

Chiara non era felice della relazione che Giulia aveva con Alessandro Impagnatiello: "Era assente, non l'accompagnava mai a Napoli, diceva che veniva e poi non veniva. Non sembrava uno che voleva costruire una famiglia.  Però, avrei detto che era un mediocre, un superficiale, ma non un violento". Ricorda quando sedeva accanto a loro mentre già cercava di uccidere Giulia: "Quando ci siamo visti per l’ultima pizza a marzo, aveva già iniziato ad avvelenare mia sorella: ha mangiato accanto a mio padre mentre stava cercando di uccidergli la figlia e il bambino che aspettava. Per me è un essere immorale, non chiamatelo essere umano".

Il perdono "solo a me stessa per quello che avrei potuto fare"

La giovane, madre della piccola Giulia, in onore della sorella, non può perdonare l'assassino: "Io sono in pace, l’unico perdono che concederò è a me stessa per quello che avrei potuto fare e non ho fatto. Non ho bisogno di perdonare lui perché il dolore per mia sorella supera qualunque altro possibile sentimento. Questo libro è il primo atto per restituire a tutti la memoria di Giulia, per perdonarmi di aver  

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