Il conclave "breve" e i cardinali già con la lista: "Il nuovo papa non sarà un Francesco"

 

Il conclave "breve" e i cardinali già con la lista: "Il nuovo papa non sarà un Francesco"

Il via il 7 maggio alle 16.30, con il giuramento prima dell'extra omnes. Diversi porporati si sono detti convinti che il nome del pontefice uscirà in tempi brevi. Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri: "Ho l'impressione che avremo un uomo del consenso, ora la chiesa ha bisogno di pace"

 maggio per eleggere il successore di papa Francesco sarà breve. "Due o tre giorni", ha detto il cardinale di Baghdad Louis Raphael Sako. "Non credo che sarà un conclave lungo", gli ha fatto eco in un'intervista a Repubblica il cardinale francese Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri. Intanto, mentre si mettono a punto gli ultimi dettagli, cambia il numero di elettori che entreranno nella Cappella Sistina: saranno 133 e non 135, dopo il forfait di due cardinali per motivi di salute. 

"Tutti già con la lista"

"Il conclave durerà al massimo tre giorni e ognuno tra i cardinali ha già, in cuor suo, la lista di candidati". Ne è certo il cardinale salvadoregno Gregorio Rosa Chavez, già vescovo ausiliare della capitale San Salvador. "Manca ancora il nome, o lo stile, ma la direzione penso sia chiara", risponde a chi gli chiede chi sarà il nuovo papa. Il conclave, spiega ancora, "è molto aperto e ci potranno essere sorprese, come è sempre stato nella storia della chiesa". "Nella mia lista ci sono cinque nomi. È una lista molto interessante. E ci sono anche italiani", rivela il porporato. Ma alla richiesta se si può prevedere un papa americano, o europeo o italiano, ripete: "Tutto è possibile, tutte le porte sono aperte".

"Il nuovo papa non sarà un Francesco"

"Non credo che sarà un conclave lungo - dice il cardinale francese Jean-Paul Vesco -. È un'intuizione che avevo già prima di arrivare a Roma, ho l'impressione che i candidati emergeranno con evidenza. Tra cardinali ci sono differenze di sensibilità, ma non campi contrapposti. Ero raccolto davanti al corpo del papa, vedevo migliaia e migliaia di persone arrivare e mi domandavo: 'cos'è un papa?'. Penso che colui che eleggeremo è già da molto tempo preparato dal Signore. Non siamo noi che facciamo il papa. Dobbiamo trovare chi tra noi è già stato scelto".

Alla domanda su chi emergerà, Vesco risponde: "Mi rendo conto che non avremo un Francesco. Ho l'impressione che avremo un uomo del consenso. Francesco ha scosso molto la chiesa e ora l'istituzione ha bisogno di pace. Ma il popolo di Dio ha bisogno di andare avanti. Colui che sarà eletto dovrà conciliare il bisogno di unità e guidare un popolo di Dio che vuole procedere nella direzione di Francesco. Più che l'origine è una questione di carattere. Se vieni da dentro è difficile riformare le cose, era la forza di Francesco e la sua fragilità, era un uomo solo che poteva riformare. Possono funzionare entrambi i modelli, e possono fallire entrambi", ha detto ancora il cardinale.


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